Pecora Bagnolese

La Leggenda della Pecora Bagnolese

Si racconta che tanto tempo fa a Laceno un pastore a fine ottobre cominciò a radunare le sue pecore per la Transumanza. Infatti, come da tradizione, ogni anno, le greggi per il periodo invernale si spostavano in paesi più caldi. Questa tradizione esiste ancora tutt’oggi.

Allora il pastore, si narra, avesse iniziato a scendere i pendii del Monte Raiamagra, quando un violento temporale lo colse lungo il percorso e si abbatté violentemente sul gregge. I lampi erano seguiti da potentissimi tuoni, il cielo divenne scuro e la nebbia cominciava a diventare fitta. Allora i cani da guardia, addestrati alla guardia del gregge, iniziarono ad abbaiare insistentemente per incitare il gregge a scendere rapidamente a valle e seguire il pastore, perché, se fossero rimaste durante l’inverno non sarebbero sopravvissute.

Le pecore belavano spaventate e fu così che, colta dalla paura, una pecora e un montone si smarrirono nel bosco, camminarono tanto per ripararsi dall’intemperia e finalmente trovarono finalmente una grotta per rifugiarsi. Era la Grotta di San Pantaleone, dove nella roccia, sgorgava dell’acqua miracolosa, utilizzata dalle donne che allattavano al seno i bambini piccoli, per curare la mastite.

La pecora è un animale metereopatico, infatti, i due animali smarriti annusarono che di lì a poco sarebbe arrivata una forte nevicata. Nei pressi della grotta crescevano delle rigogliose piante verdi con una infinità di bacche nere e gli animali ne fecero una grossa provvista, riempendo quasi tutta la grotta, così non sarebbero morti di fame.

Durante la notte iniziò a nevicare e cadde molta neve da ricoprire interamente l’ingresso della Grotta di San Pantaleone. La nevicata durò tre mesi, da dicembre a metà marzo. Poi arrivò il sole ed il caldo sciolse la neve e il pastore fece ritorno in montagna con il gregge. Le pecore stavano risalendo allegre la montagna e le campane al collo degli animali suonavano festose.

La pecora e il montone poterono, quindi, ritornare con il resto del gregge per riunirsi al gruppo, ma le altre pecore non li riconobbero e li scacciarono perché erano diversi da loro, essendosi nutriti di bacche durante l’inverno, il loro viso non era più bianco, ma mostrava delle picchettature nere (cicci neri), che è la caratteristica della pecora bagnolese.

A questo punto, scacciati dalle altre pecore del gregge, ai due animali non restò di ritornare nella Grotta di San Pantaleone, dove vissero dando vita alla razza autoctona Pecora Bagnolese. Intanto le donne continuavano a recarsi alla grotta per curare la mastite e da allora portavano con loro anche fieno e paglia per far sopravvivere i due animali.

Di Anna Russo e Maria Rachele Branca

Scheda tecnica della Pecora Bagnolese

Razza autoctona della Regione Campania, a duplice attitudine (latte e carne), il cui nome deriva dal comune di Bagnoli Irpino (AV), l’area di allevamento più rilevante e nota anche con il termine “malvizza”. Si contraddistingue per le sue produzioni: l’agnello apprezzato per la tenerezza delle carni ed il latte dalla spiccata attitudine casearia, trasformato nell’omonimo Pecorino. 

 

Origini e diffusione

La razza, frutto di incroci e meticciamenti in cui si riconoscono i tratti somatici della Barbaresca, è distribuita principalmente in Regione Campania nell’area dei Monti Picentini, degli Alburni, del Vallo di Diano, della Piana del Sele e, marginalmente, nelle colline del casertano e beneventano.

 

Consistenza

Negli anni ’80 la popolazione veniva stimata intorno ai 20.000 capi, nel 2011 erano iscritti al Registro Anagrafico 12.420 soggetti distribuiti in 111 allevamenti nelle province di Avellino, Benevento e Salerno.

 

Allevamento

Gli animali vengono allevati in greggi di piccole e medie dimensioni (50- 400 capi) raramente costituiti da soli soggetti bagnolesi, data la contemporanea presenza di capi meticciati o appartenenti ad altre razze.

Anni addietro il sistema di allevamento prevalente, a gestione familiare e lontano dai grandi insediamenti urbani, era quello pastorale dove il pascolo rappresentava la principale fonte di alimento; oggi si è passati al semibrado con integrazione alimentare (mais, orzo, fave, etc.). In generale gli animali sono ricoverati nel periodo invernale in strutture semplici ma funzionali.

 

Caratteristiche di razza

Taglia: Medio – grande; altezza al garrese intorno ai 75,5 cm ed un peso di 95 e 58 Kg rispettivamente nel maschio e nella femmina.

Testa: Piuttosto leggera con profilo montonino, più accentuato nel maschio. Il maschio presenta spesso robuste corna avvolte a spirale e dirette dal basso in alto all’infuori. Le orecchie sono di media grandezza, portate orizzontalmente e talvolta leggermente pendenti.

Collo: Robusto, ben unito alla spalla ed al garrese.

Tronco: Lungo con ampia cavità toracica, linea dorso-lombare-sacrale leggermente ascendente in senso antero-posteriore, spalla ben legata al torace, dorso e lombi larghi, allungati e muscolosi, addome di media ampiezza. La coda, piuttosto lunga, con alla base un lipoma poco sviluppato, a partire dal terzo superiore, si prolunga assottigliandosi fino al di sotto dei garretti.

Apparato mammario: Mammella saldamente attaccata, voluminosa, tessuto spugnoso ed elastico. Capezzoli di giuste dimensioni ed uniformi.

Arti: Gli arti in appiombo sono lunghi, robusti, asciutti, provvisti di unghielli di colore grigio scuro e ben conformati.

Vello: Il vello, bianco, costituito da bioccoli conici, ricopre completamente il tronco ad esclusione della faccia ventrale, della regione inferiore del collo, della testa e degli arti. La testa, il collo e le estremità degli arti presentano delle picchiettature nere tipiche che, in alcuni soggetti possono essere delle ampie macchie nere.

Pelle e pigmentazione: Pelle elastica e di colore rosa chiaro.

 

Caratteri riproduttivi

Di buona fecondità, la pecora Bagnolese presenta un alta percentuale di parti gemellari, non rari quelli trigemini.

 

Le produzioni

L’agnello viene in genere alimentato esclusivamente con il latte materno e ciò contribuisce a rendere la sua carne particolarmente tenera e delicata.

Il latte, ricco di proteine e con una elevata attitudine alla caseificazione, costituisce la materia prima per produrre ottimi pecorini e ricotta.

 

Aspetti positivi

Senza dubbio il carattere rusticità intesa come capacità di sfruttare al meglio le produzioni con sistemi di allevamento bradi o semibradi, rende la Bagnolese una razza ideale per incentivare e valorizzare la zootecnia in aree marginali.